Eccoci all’ultimo episodio di questa serie di post dedicati al making del Cartavolante, dove vi parleremo della nascita di 1984 e vi faremo vedere qualche schizzo e bozza delle varie fasi di lavorazione del nostro foglione.
1984 di George Orwell è decisamente il romanzo che ci ha dato più filo da torcere tra i tre Cartavolanti di quest’anno. Avendo deciso di lasciare perdere la parte più narrativa del romanzo, ci siamo concentrate sulle tematiche e i simbolismi del romanzo e questo ci ha complicato un po’ le cose.
La scelta più ovvia sarebbe stata quella di prendere spunto da tutta la propaganda del partito, con nomi, marchi, slogan, poster e sulla quale Luisa avrebbe potuto fare un ampio lavoro di lettering. Su Pinterest avevamo infatti imbottito una board con poster russi, cinesi e coreani, ma anche con propaganda bellica inglese e americana. Ma come sempre succede, di tutto quello che producono i nostri cervelli solo un 30% finisce nello spazio limitato di un Cartavolante. E per quel che riguarda la parte dei cartelloni di propaganda ci siamo accontentate di un piccolo poster dedicato alla conferenza sugli scacchi nella sezione delle curiosità.
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Il making del Cartavolante su 1984: la copertina
Al contrario di tutte le altre volte, questa copertina si è sviluppata attorno al lettering del titolo. Luisa aveva in mente un’impostazione ben precisa che voleva realizzare: uno schermo imponente che osservasse il protagonista. A Betta è toccato poi il piacevole compito di disegnare MILLE personcine.
La realtà è nel cranio
La scrivania di 1984 può ricordare per impostazione quella di Frankenstein, soprattutto per il modo in cui è stata realizzata. In un bel doc avevamo come al solito raccolto tutti gli elementi, i simboli, gli oggetti e le citazioni rappresentative del romanzo, ma ci mancava una precisa idea di come unire insieme tutti gli elementi in modo armonico. Non volevamo che fosse un semplice inventario di oggetti e citazioni; così, per orientarci, grazie ad un’intuizione di Betta abbiamo deciso di rappresentare la fragile realtà di Winston contaminata da propaganda e manipolazioni. Alla fine del romanzo a causa del lavaggio del cervello subito, Winston non è più in grado di distinguere quello che sia reale da quello non lo è e i suoi stessi ricordi si confondono fino alla resa totale al Grande Fratello.
Avendo a disposizione due colori ben distinti, abbiamo quindi scelto di rappresentare in nero/blu la parte più vera di Winston come Julia e i suoi ricordi. E in rosso invece il Grande Fratello, con la sua propaganda e le sue manipolazioni. Ma come accade nel libro, i due colori finiscono a intrecciarsi rendendo difficile distinguere la verità dalla finzione.
Una composizione come questa nasce da un’intuizione, da una manciata di elementi buttati insieme che piano piano vengono rifiniti, modificati e spostati in giro fino a formare un insieme equilibrato. Di volta in volta ci rimbalziamo il file composto da un’infinità di livelli, continuando a limarlo fino a ottenere un risultato soddisfacente. O fino a quando non ne possiamo più di vederlo… o la data di consegna ci sta ormai stritolando.
Il posterone di 1984
Il posterone è stato un’altra bella grana da pelare. In parte perché nella scrivania e nelle altre parti del Cartavolante avevamo già inserito tantissimi elementi del romanzo e in parte perché, pur volendo discostarci dalle rappresentazioni classiche di 1984, volevamo anche che fosse immediatamente riconoscibile.
Altro problema era rappresentato dall’ingombro del titolo che, essendo un numero composto da soli 4 elementi, era un po’ difficile da posizionare.
Qui potete vedere una prima idea con un bellissimo schizzo di Lalla con un Grande Fratello davvero spaventoso…
Un’altra strada che abbiamo tentato è stata quella di rappresentare un uomo in disfacimento. Smontato pezzo per pezzo del lavorio del Grande Fratello. Nonostante l’immagine fosse potente, è stato subito evidente (non così subito visto quante versioni ne abbiamo realizzate) come l’insieme fosse poco leggibile. Non c’era modo di sovrapporre gli elementi senza renderne illeggibile uno dei due.
Dopo aver mischiato insieme i vari elementi, abbiamo deciso alla fine di puntare sull’aspetto distopico del romanzo con il classico occhio centrale e la città brutalista sullo sfondo, la guerra permanente e il controllo costante.
I figli più tormentati sono quelli che spesso ti danno più soddisfazione e l’impatto visivo di questo poster è risultato davvero notevole.
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Il lettering di 1984
L’ispirazione per il lettering di questo Cartavolante viene dagli anni ’60. Come abbiamo detto avremmo potuto seguire lo stile usato per i cartelloni di propaganda con del lettering imponente e sfacciato oppure rigido e istituzionale, ma Luisa ha preferito seguire un’altra strada, preferendo uno stille più irregolare.
Le lettere usate sono spesso una diversa dall’altra all’interno della stessa parola, sono irregolari e non seguono una linea di base diritta, questo per creare disagio e incertezza nel lettore, rispecchiando le sensazioni trasmesse da tutto il romanzo.
Questo stile così libero e istintivo ha anche permesso a Luisa di divertirsi molto nel realizzarlo. A differenza di quello di 20.000 leghe che con la sua precisione e rigidità era stato particolarmente faticoso.
Qui sotto (dopo un inizio epilettico) potete vedere tutto il lavoro di lettering sulla scrivania che contiene una parte anche calligrafica legata alla parte più intima di Winston.
Bibliografia
Per tutte le informazioni sulla vita di George Orwell abbiamo letto la biografia ampia e completa di Bernard Crick George Orwell che purtroppo sembra essere disponibile solo in biblioteca.
Il Cartavolante di George Orwell è disponibile in tutte le librerie o online qui sullo shop di ABEditore.