Forse non molti sapranno che, nonostante Moby Dick sia considerato uno dei libri più famosi e importanti della letteratura mondiale e il suo autore uno dei padri fondatori della letteratura americana, Herman Melville muore nel 1891 ormai dimenticato dai più.
Ha settantadue anni, ma l’inizio della sua fine può essere individuato proprio quando nel ’50 traccia su carta le prime parole della storia dedicata alla balena bianca, che come lo era stata per il capitano Achab, sarà la sua ossessione e anche la sua disfatta.
Negli anni precedenti Melville ha prodotto alcuni romanzi di grande successo. Typee e Omoo parlano di avventure marinaresche e di affascinanti incontri con le popolazioni delle isole del pacifico. Sono movimentati, esotici e si ispirano largamente alle avventure vissute dallo stesso autore nei suoi viaggi come marinaio. Al pubblico piacciono, sono esattamente quello che va di moda in quegli anni.
Ma Melville non vuole solo portare a casa la pagnotta, vuole scrivere qualcosa di grandioso. Scrive Moby Dick in diciotto mesi, lui che ne aveva previsti solo otto, e la stesura del romanzo lo prosciuga, lo lascia malato. Moby Dick è un testo complesso pieno di metafore e contiene tutto quello di cui avrebbe voluto parlare, affrontando temi filosofici e sociali grazie alla storia di un capitano ossessionato da una balena. Nessuno ha scritto qualcosa di simile prima di allora e nessuno lo farà mai più.
E proprio per questo il suo pubblico odia Moby Dick. Un recensore definisce il suo inglese pazzo e un altro afferma che i monologhi di Achab causino stanchezza e voglia di saltarli a piedi pari.
Cattiva retorica, sintassi contorta, sentimentalismo pomposo e inglese incoerente
Questo si potrà trovare in Moby Dick. E infatti il libro in Inghilterra vende solo 500 copie, qualcuna di più in America, ma mai quante quelle dei suoi romanzi precedenti.
Per Melville è una delusione cocente e un disastro economico. Passerà gli ultimi venti anni della sua vita lavorando come doganiere a New York e scriverà pochissimo, dedicandosi prevalentemente alla poesia e rifiutandosi di inseguire il facile successo.
Bisognerà aspettare fino al 1920 per vederlo tornare alla ribalta e vedergli riconosciuto tutto il suo valore.
Se solo Melville avesse saputo che qualcuno, non molto più tardi, gli avrebbe dedicato il nome di una balena (Livyatan melvillei, un cetaceo preistorico dalle dimensioni giganti) e che il suo Moby Dick sarebbe stato stampato in praticamente tutte le lingue del mondo…
Se solo Herman avesse saputo che nel 2019 tre donne italiane gli avrebbero dedicato la loro prima, piccola pubblicazione indipendente…